
I film e gli spettacoli

Vermeer. The greatest Exhibition
Per tutti coloro che non sono riusciti ad andare al Rijksmuseum di Amsterdam ad ammirare la magnifica retrospettiva su Vermeer che ha chiuso lo scorso 4 giugno, arriva nelle sale italiane il 2, 3, 4 ottobre (elenco sale a breve su nexodigital.it) “Vermeer. The greatest Exhibition”.
Diretto dal regista David Bickerstaff, il documentario offre la possibilità di ammirare su grande schermo ben 28 delle 35 opere conosciute di Johannes Vermeer - tra cui La ragazza col turbante, Il geografo, La lattaia e la Donna che legge una lettera davanti alla finestra, recentemente restaurata. Oltre a un incontro unico con le opere del grande artista del XVII secolo, il docufilm rivela le intuizioni del gruppo che ha ideato la mostra, curatori di fama mondiale ed esperti di Vermeer, gettando nuova luce sulla vita misteriosa e sul lavoro magistrale del pittore, sulle sue scelte artistiche e sulle motivazioni delle sue composizioni, oltre che sul processo creativo alla base dei suoi dipinti.
Per il 2023 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Asteroid City
A volte basta fare le cose come se fossero vere, per fare diventare vere anche le situazioni più assurde.
È questo il caso del divertente film “Asteroid City”: sin dall'inizio un compitissimo presentatore in doppio petto e in un rigoroso bianco e nero spiega allo spettatore che si tratta tutta di una finzione, ambientata in una immaginaria città americana situata in un improbabile deserto americano nel 1955.
Il presentatore ritornerà a tratti come il presunto autore della vicenda raccontata, sempre in bianco e nero, contrapponendosi ai vividi colori e all'atmosfera improbabile di Asteroid City: la grigia realtà del bianco e nero e della vita quotidiana si contrappone ai colori e alla fantasia della vita immaginata.
Nell'improbabile Asteroid (cittadina creata intorno al cratere di un asteroide caduto oltre 5.000 anni fa) accade di tutto, dall'incontro tra Jason Schwartzman padre, vedovo, di 3 vivacissime ragazzine e un piccolo genio e Scarlet Johansson, famosa attrice con figlia altrettanto genio, all'apparizione, a un tratto, di un buffo alieno che si mette addirittura in posa per farsi fotografare. Nessuna paura, però: l'alieno è sceso sulla terra solo per un breve incontro, per recuperare l'asteroide e, dopo averlo “inventariato”, restituirlo ai terrestri.
Il regista Wes Anderson dirige con leggerezza e fantasia un gruppo di attori di tutto rispetto (tra i tanti, anche Tom Hanks, Matt Dillon e Steve Carell) che si mettono in gioco con molta serietà e molto impegno per il divertimento di tutti. Ma non dimentichiamo che questa potrebbe essere solo una metafora della realtà, per metterci in guardia su quanto sia facile, presentando le cose nella giusta luce, ingannare chi vuole essere ingannato…
Distribuito da Universal, “Asteroid City” sarà nelle sale italiane a partire dal 28 settembre.

L'ultima luna di settembre
I vasti e incontaminati spazi della Mongolia fanno da sfondo o, meglio, contengono questa delicata storia di crescita dei sentimenti e dell'amore tra un bambino e un adulto.
Tulgaa, chef nella grande città, torna dall'uomo che da piccolo l'aveva accolto con sé e l'aveva cresciuto come un figlio, ma che sta per morire. L’incontro con la vita rurale, i vasti altipiani della Mongolia, porta subito in lui una spinta ad uscire da sé e a fermarsi, teoricamente per qualche giorno, per falciare il grande prato della comunità di cui prima si occupava il vecchio padre. Lì, improvvisamente, viene in contatto con Tuntuulei, un ragazzino di 10 anni, ruvido e difficile, che vive con i nonni poiché la madre è in città per lavorare. A poco a poco il rapporto tra i due si approfondisce, Tulgaa diventa sempre più “padre” del ragazzino, ed entra ed esce sempre di più da sè stesso per incontrare, attraverso il piccolo, il mondo che anni prima aveva voluto lasciare.
Triste il finale, ma pieno di un'immensa dolcezza che riempie il cuore. Distribuito da Officine Ubu, “L'ultima luna di settembre” sarà nelle sale italiane a partire dal 21 settembre, proprio all'inizio della nuova luna…

Il più bel secolo della mia vita
Normalmente ci si aspetta che le leggi siano formulate a favore dei cittadini, ma non sempre è così.
È il caso di un’assurda legge del 2001 (!), secondo la quale i figli di NN, non riconosciuti alla nascita, possono sapere il nome dei genitori solo al compimento dei 100 anni di età (dei figli, non dei genitori!).
In “Il più bel secolo della mia vita” uno di questi figli, Giovanni (un bravissimo Valerio Lundini), non riconosciuto alla nascita, cerca di far modificare questa legge portando davanti al ministro il vecchio Gustavo (un meraviglioso Sergio Castellitto), un centenario che non ha mai conosciuto sua madre, con la speranza di smuovere l'opinione pubblica. In realtà alla fine il viaggio smuoverà nel profondo proprio Giovanni: lo spirito burlesco, dissacrante di Gustavo a poco a poco scalfirà la sua rigidità di “giovane”, rendendolo più umano e comprensivo. Un viaggio del corpo e del cuore, che senza inutili piagnistei e senza retorica, ma anche con molti momenti di sorriso, spinge a riflettere e forse potrebbe spingere anche a far prendere in considerazione quelli che sembrano forse, a chi non li vive, problemi di poco conto ma che, per chi li vive, sono davvero drammatici e possono cambiare la vita.
Con la regia di Alessandro Bardani e distribuito da Lucky Reds, “Il più bel secolo della mia vita” sarà nelle sale italiane a partire dal 7 settembre.

Il Sapore della Felicità
La Madeleine di Proust con un tocco di esotismo e forse un pizzico di magia…
Il migliore chef di Francia, interpretato da un sempre più corpulento Gerard Depardieu, ovviamente burbero, geniale e prevaricatore come tutti i grandi chef rappresentati sullo schermo, un giorno viene colpito da infarto. Quando ne esce decide di riappropriarsi della propria vita e di scoprire il mistero che si trova dietro alla scodella di noodles con cui, molti anni prima, uno chef giapponese gli soffiò il primo posto ad un concorso di cucina. Forse sotto l'ipnosi dell'amico pescatore, forse nella realtà, parte quindi per il Giappone. Lì il vecchio chef giapponese, che nel frattempo ha aperto un piccolo locale insieme alla figlia, lo accompagna per scoprire il famoso sapore dell'umami, quello alla base della ciotola di noodles, ma, al di fuori della metafora, a scoprire il vero sé stesso. Ovviamente il francese ne uscirà trasformato e non è detto che questo sia stato così negativo…
Con la regia di Slony Sow e distribuito da Wanted Cinema, “Il Sapore della Felicità” sarà nelle sale italiane a partire dal 31 agosto.

Bugiardo seriale
Si può vivere davvero una vita senza bugie? Probabilmente no, ma quando diventa uno stile di vita e non se ne può più fare a meno forse è un po’ troppo…
Se ne accorge a proprie spese il giovane Jérôme (Tarek Boudali), che vive accampando le scuse più improbabili nei confronti di tutti coloro che lo circondano, dai genitori alla datrice di lavoro al fratello… Un giorno però viene improvvisamente colpito da una specie di maledizione divina e tutte le sue bugie si realizzano, facendolo precipitare in un vero e proprio incubo. Non solo, ma lui stesso diventa anche oggetto delle bugie del mondo, compresa l'insignificante interprete di russo che, all'improvviso, diventa un'affascinante bionda che riesce a conquistarlo… Unica soluzione? Dire finalmente la verità!
Un film da guardare con un pizzico di disincanto, magari pensando che a volte sarebbe bello se un po’ di magia comparisse nella vita di ognuno di noi.
Con la regia di Olivier Baroux e distribuito da Altre Storie, “Bugiardo seriale” sarà nelle sale italiane a partire dal 31 agosto.

Oppenheimer
Un film notevole, da vedere necessariamente sui grandi schermi per cui è stato pensato.
“Oppenheimer” vuole ricostruire uno dei più grandi esperimenti scientifici che ha portato a un cambiamento nella storia dell'umanità, il Progetto Manhattan, grazie al quale Robert Oppenheimer arrivò a sperimentare e realizzare la prima bomba atomica.
Il regista Christopher Nolan, però, non ne fa semplicemente un film “documentario” ma ci fa riflettere attraverso diverse chiavi di lettura: le vicende vere e proprie, ma, soprattutto, la visione personale e soggettiva di coloro che vissero questo terribile periodo. Lo aiutano, in questo percorso, il due “processi” che, in epoca successiva, videro coinvolti da una parte Oppenheimer, visto con sospetto per le sue idee e le sue frequentazioni comuniste in pieno periodo maccartista, e dall'altro la serie di udienze cui partecipò Lewis Strauss, a capo della Commissione per l’Energia Atomica nel 1947, girate in bianco e nero, forse anche per mostrarci la ristrettezza di vedute di un periodo, come il maccartismo, che tanti danni ha fatto alla società americana.
Passo dopo passo, inquadratura dietro inquadratura, assistiamo così non solo ad un evento storico, del resto già visto in numerosi altri film, ma soprattutto entriamo nella psiche di chi quell'evento ha potuto realizzare, i suoi dubbi, le sue incertezze ma anche quella visione globale che fa di uno studioso qualunque un vero scienziato.
Con la coinvolgente interpretazione di Cillian Murphy nei panni di Roberto Oppenheimer, affiancato da attori di notevole talento quali Matt Damon nei panni di Leslie Groves, il generale a capo del Progetto Manhattan, Emily Blunt in quelli di Kitty Oppenheimer, talentuosa moglie dello scienziato che l'ha sempre appoggiato e sostenuto, Robert Downey Jr. in quelli di Lewis Strauss e Kenneth Branagh in quelli dello scienziato Niels Bohr, distribuito da Universal Pictures “Oppenheimer” sarà nelle sale italiane a partire dal 23 agosto.

La lunga corsa – Una commedia stralunata
L'ignoto, lo sconosciuto fanno sempre paura e quando l'ignoto è al di fuori delle quattro mura in cui si è cresciuti (ma anche, allargandosi, del paese o della nazione in cui si è vissuti) fa ancora più paura.
Ma, a volte, si scopre che quello che c'è di fuori è estremamente affascinante e capace di farci superare ogni ostacolo.
Giacinto nasce in un carcere, già in un corpo “estraneo”: i suoi genitori, infatti, aspettavano una femminuccia cui avrebbero dato il nome di un fiore, Rosa. Quando nasce un maschio, scelgono sempre un nome di fiore, ma ovviamente maschile. Giacinto cresce nel carcere, abbandonato dal padre e praticamente ignorato dalla madre, sotto l'occhio burbero ma affettuoso del capo dei secondini. Non conosce nulla del mondo esterno e ne ha paura, tanto che anche quando viene mandato a vivere in una comunità fugge più di una volta. Giacinto, infatti, sa una sola cosa: che è capace di correre e che vuole correre nel suo rifugio, dove gli basta correre in tondo senza cercare nessuno sbocco, protetto.
Il contatto con l'unica persona estranea al suo “circolo magico”, una strana detenuta che terrorizza tutti ma che solo per lui ha momenti di grande dolcezza, lo porta a trovare la forza per uscire e, fuori, scoprire che il mondo non è così terrificante. Ed è lì che comincia la nuova vita di Giacinto, interpretato da uno stralunato e straordinario Adriano Tardiolo dagli occhi sempre sbarrati e con l'incredibile ingenuità di chi deve scoprire ancora tante cose.
Con la regia di Andrea Magnani e distribuito da Tucker Film, “La lunga corsa – Una commedia stralunata” sarà nelle sale italiane a partire dal 24 agosto.