
Le mostre

L’Ospite
Vincent Van Gogh - L'Arlesiana (Ritratto di M.me Ginoux)
Milano - Palazzo Citterio (via Brera 12)
Fino all’11 maggio 2025
Il capolavoro del maestro olandese, proveniente dalla GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, inaugura il nuovo ciclo di esposizioni dal titolo “L’Ospite” che vedrà Palazzo Citterio esporre opere particolarmente significative della storia dell’arte, in prestito temporaneo da prestigiosi musei e istituzioni.
L’Arlesiana (olio su tela, 61x50 cm) ritrae Marie Ginoux, proprietaria del Café de la Gare di Arles, e ritorna più volte nella produzione dell’artista.
A partire dal febbraio 1890, Van Gogh elabora una nuova serie di ritratti di Madame Ginoux, tra cui quello presentato a Palazzo Citterio in cui la donna differisce dalle precedenti raffigurazioni per la posa, oltre che per l’espressione e la cromia più chiara e pacata. Rappresentata con il costume tradizionale della regione provenzale, ha lo sguardo triste, il sorriso appena accennato e il volto appoggiato sulla mano sinistra, personificando un sentimento molto presente nell’artista: la Malinconia. I due libri sul tavolo in primo piano confermano il significato metaforico della figura femminile: “La Case de l’Oncle Tom” (La capanna dello zio Tom) di Harriet Beecker Stowe e i “Contes de Noël” (I racconti di Natale) di Charles Dickens costituiscono, infatti, una chiara allusione ai valori profondi attribuiti alla donna con cui si era instaurato un importante rapporto di empatia e comprensione reciproca, grazie al sostegno durante le crisi depressive di cui soffrivano entrambi.
Casorati
Milano - Palazzo Reale
Fino al 29 giugno 2025
A Palazzo Reale a Milano, dopo 35 anni dall’ultima mostra del 1990, è presente un’ampia retrospettiva dedicata a Felice Casorati (Novara 1883-Torino 1963), promossa dal Comune di Milano in collaborazione con l’Archivio Casorati.
In 14 sale con oltre 100 opere sono ripercorse in ordine cronologico le diverse stagioni della sua produzione artistica, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono dipinti, sculture, opere grafiche, bozzetti per scenografie teatrali che documentano l’avvicendarsi delle fonti che lo hanno ispirato. Casorati, artista poliedrico, ha guardato al verismo, al simbolismo, al neoclassicismo, al realismo magico e alle influenze picassiane ma è sempre rimasto unico e indipendente e ha dato vita a personaggi immersi in silenziose incantate atmosfere in un perfetto gioco di linee e volumi.
Tra le prime opere caratterizzate da uno spiccato realismo vi sono “Ritratto della sorella Elvira” (1907) e “Le Ereditiere”(1910).
Nel 1911 l’artista si trasferisce a Verona ove si accosta a simbolismo e secessionismo. Il suo stile si evolve ulteriormente quando nel 1919, dopo la tragica fine del padre si trasferisce a Torino dove vivrà per tutta la vita. Di questo periodo sono in mostra tre importanti dipinti espressione di una inquietante metafisica solitudine legata anche al senso di lutto presente nei primi anni del dopoguerra: “Una Donna” (o l’Attesa 1919), “Un Uomo” (o Uomo delle botti - 1919-20), “Bambina” (o Ragazza con scodella 1919).
È degli anni Venti il ritratto di “Silvana Cenni”, capolavoro che in una atmosfera metafisica riprende la classicità quattrocentesca. Sono di questo periodo i ritratti di alcuni membri della famiglia di Riccardo Gualino, collezionista e mecenate con il quale Casorati inizia una importante collaborazione.
Dal 1925 inaugura il ciclo delle Conversazioni con l’intrigante dipinto “Conversazione platonica” che ritrae accanto ad un sensuale nudo femminile un uomo con un cappello nero (che è l’architetto e amico Alberto Sartoris).
Proveniente da collezione privata è l’enigmatico dipinto “Annunciazione” (1927) ove le due figure, maschile e femminile, sono immerse in una atmosfera resa spirituale dalla luce e dal gioco simmetrico delle linee.
Temi prevalenti degli anni Trenta e Quaranta sono ritratti di fanciulle o figure di donne avvolte in oniriche atmosfere come “Donna con manto” o “Le Sorelle Pontorno”. Appartengono a quest’ultimo periodo rappresentazioni di paesaggi e di nature morte, tra cui soggetto particolare sono le uova, perfette nella forma, problematiche nel loro intimo significato.
Casorati nel corso della sua attività tra gli anni Trenta e Cinquanta fu anche importante scenografo. Realizzò numerosi bozzetti per opere e balletti in cartellone presso il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma e la Scala di Milano. Alcuni bozzetti provenienti dagli archivi della Scala realizzati per Le Baccanti e il Fidelio e per balletti su musiche di Petrassi e de Falla chiudono la mostra.
Catalogo: Marsilio Arte
(G.T.V.)
Louisa Gagliardi: Many Moons
MASI Lugano -Sede LAC
Fino al 20 luglio 2025
Il MASI, Museo d’arte svizzera italiana, ospita nello spazio ipogeo del LAC una grande mostra: Many Moons di Louisa Gagliardi, giovane artista svizzera (Sion 1989) attiva attualmente a Zurigo.
Figlia d’arte, fin dalla più giovane età ha conosciuto il valore del Rinascimento italiano. Nel corso della sua formazione si è accostata al surrealismo, alla metafisica e al realismo magico, sentendosi anche attratta dalle possibilità espressive offerte dal mondo digitale. Proprio mediante l’uso di nuovi strumenti tecnologici l’artista riesce a creare una realtà alternativa nella quale, come trasportati in un mondo onirico, sono trattati i turbamenti dell’individuo, il suo complesso rapporto con i suoi simili ed anche con l’ambiente. Per l’esecuzione delle opere la procedura è lunga e complessa e il mouse prende il posto del pennello. L’artista elabora in forma digitale i soggetti e dopo averli stampati su vinile e tesi su telaio li completa con vernice, gel o glitter che danno alle scene una luce surreale e conturbante.
Nelle grandi tele esposte senza cornice riflessi di luce metallica fissano i tanti momenti di vita quotidiana in una realtà alternativa densa di vari significati. L’incapacità di comunicare si coglie in Roundabaut ove figure umane seguite dalle proprie ombre si muovono come automi intorno ad una base circolare. In Swamped la natura prevale sulle azioni umane. Un gruppo di aironi, pur in un paesaggio desolato, svolazza intorno ad una macchina sprofondata nella palude.
In occasione di questa mostra l’artista ha creato appositamente due cicli pittorici esposti in due ambienti più raccolti ai lati del vasto salone espositivo. Nel primo si muovono prive di ogni rapporto figure anonime, qualcuna tiene distrattamente un cane al guinzaglio, altre si appoggiano alle celebri poltrone nere del modello LC2 ideato da Le Corbusier, presenti anche fisicamente nello spazio.
Nel secondo ciclo, Streaming, due grandi figure, un uomo e una donna, giacciono immerse nel sonno coperte da sontuosi drappi che ricordano celebri modelli rinascimentali. A contrapporsi alla perdita di consapevolezza data dal sonno stanno appoggiati alla parete due grandi sculture di orologi a suggerire la volontà di controllo della propria immagine che in un mondo digitalizzato può facilmente diventare virtuale.
Catalogo in inglese e italiano: Mousse Publishing
(G.T.V.)
Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano Sede LAC
Fino al 23 marzo 2025
L’interessante mostra offre uno sguardo sull’opera di uno dei principali esponenti dell’espressionismo del Novecento, Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg, Germania, 1880- Davos, Svizzera, 1938).
Pittore, scultore e incisore, fondò il gruppo Die Brücke (Il ponte) che rivendicava un radicale rinnovamento dell’arte visiva con linee marcate e colori vibranti e innaturali e trascorse l’ultima parte della sua vita (fino alla morte per suicidio nel 1938) nei pressi di Davos, dove era giunto da Berlino nel 1917 in condizioni fisiche e psichiche precarie, traumatizzato dall’esperienza della prima guerra mondiale.
Attraverso una selezione di dieci dipinti anche rari, di medie e grandi dimensioni, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, la mostra mette in evidenza i legami e le relazioni del maestro tedesco con il Ticino e Davos e mette in luce l’influenza profonda che Kirchner ha avuto su un’intera generazione di giovani artisti basilesi, quali Hermann Scherer, Albert Müller e Paul Camenisch, fondatori del gruppo artistico Rot-Blau.
Durante il soggiorno alpino, il suo linguaggio pittorico si apre verso tonalità più luminose, le cupe scene della frenetica vita urbana berlinese, del circo e del cabaret, che hanno caratterizzato gli anni precedenti, lasciano il posto a paesaggi di vita alpestre, transumanze, contadini, alberi e boschi di larici, fino alla sagoma inconfondibile del Tinzenhorn.
Oltre a tracciare un percorso stilistico sul lavoro di Kirchner, l’esposizione offre anche diversi approfondimenti sul contesto storico-culturale evocato dalle singole opere esposte, a cui il pubblico può accedere attraverso codici QR e gli stampati di supporto alla visita.
Per il percorso al MASI è stato scelto un nucleo di dieci dipinti esposti in due mostre chiave di Ernst Ludwig Kirchner, che, nonostante le diverse reazioni del pubblico, contribuiscono in maniera decisiva a far conoscere la sua opera in Svizzera: la collettiva alla Kunsthalle di Basilea nel 1923 e la personale al Kunstmuseum di Winterthur nel 1924.